Estratto da “Evgenij Onegin”
“… Gli anni mi inclinano alla prosa severa, gli anni cacciano la rima birichina, e io – lo riconosco con un sospiro – la corteggio più pigramente.
La penna ha perso l’antica voglia di imbrattare i fogli volanti; altre fantasie, fredde, altre preoccupazioni, severe, nel brusio del mondo e nella quiete agitano il sogno della mia anima
Ho conosciuto la voce di altri desideri, ho conosciuto una nuova tristezza; per i primi non ho speranze, della vecchia tristezza ho rimpianto…
Lascia che mi volti indietro.
Addio, ripari ove trascorsero appartati i miei giorni colmi di passioni, di pigrizia, e dei sogni di un’anima pensierosa.
E tu,giovane Musa, vieni a ispirare la mia immaginazione a ravvivare la sonnolenza del cuore, vola più spesso nel mio angolo, fa che l’anima di un poeta non si intirizzisca, non si inasprisca, non si indurisca, e non si faccia infine di pietra nell’esaltazione mortifera del bel mondo, in questo pantano dove insieme a voi mi immergo, o cari amici”