Estratto da”Il paradiso perduto”
“…Ma il destino altra pena doveva riservargli; il pensiero della felicità perduta e insieme del dolore interminabile ancora lo tormenta, e così getta i suoi sguardi funesti, che testimoniano immensa afflizione, e sgomento commisto a odio tenace, a inflessibile orgoglio.
Per quanto e dato agli angeli distendere lo sguardo, egli subito osserva quell’aspro e pauroso desolato luogo, quella prigione orribile e attorno fiammeggiante come una grande fornace, e tuttavia da quelle fiamme nessuna luce, ma un buio trasparente, una tenebra nella quale si scorgono visioni di sventura, regioni di dolore e ombre d’angoscia, e il riposo e la pace non vi si troveranno, né mai quella speranza che ogni cosa solitamente penetra; e solo una tortura senza fine urge perenne…”