“Colascionata Prima” Vittorio Alfieri
Le vicende d’amor strane, ed amare
colla cetra m’appresto a cantare,
non vi spiacciale udir dal labro mio
che sincero dirolle affé d’Iddio.
Voi le provaste tutti, o le sentite,
onde se v’ingannassi, mi smentite
Sventurato è colui ch’ama davvero:
sol felice in amor è il menzognero
Ingannato è colui che non inganna,
e le frodi donnesche ei si tracanna
Amor non è che un fanciullesco giuoco,
chi l’apprezza di più, quant’è da poco!
Eppur, miseri noi, la quiete, e pace
c’invola spesso il traditor rapace
Prina che d’amar, paiono dolci i lacci,
così creder ti fan con finti abbracci.
Cresce dappoi delle catene il peso
a misura che il sciocco resta accesco
E quando egli è ben innamorato
che dura è la catena ha già scordato:
o se la sente ancor, la scuote invano,
ch’allacciata le vien da accorta mano
L’innamorato stolto, un uom si crede
e ch’un uom non è più già non si avvede
Delirando sen va sera , e mattina
e da lui la raggion fugge tapina
Ogni giorno scemando il suo cervello,
già non discerne più, né il buon, né il bello
va gli amici fuggendo , e ancor se stesso
fugge, per non sentir l’errore commesso
Né l’ardisce emendar, piange, sospira
contro il perfido amor, stolto, si adira
La donna, ch’altro vuol ch’aspri lamenti
con rimproveri accresce i rei tormenti:
e nel fiero contrasto ognor più sciocco
l’innamorato sta, come un allocco
Legge in viso ad ognun la sua sentenza
e si rode il suo fren con gran pazienza
la pazienza, virtù denominata
ma specialmente all’asino accordata
L’innamorato almen sembrasse in tutto
al lascivo animal, immondo, e brutto
Spesso lo muove poi fredda pazzia,
quella nera passion di gelosia.
Non sarebbe geloso, o il fora invano,
se palpasse la fronte con la mano.
Anime de’ mariti a me insegnate
per non esser gelose , eh come fate?
Ho capito, di già stufi ne siete,
né sempre invan recalcitrar volete.
Il coniugale amor vien presto a noja,
e nel letto sponsal forza è che muoja
e stuffiarsi pur denno anco gli amanti
di gettare per donna all’aure i pianti .
In somma:
L’innamorato fa trista figura,
quando di farla buona ei s’assicura.
Ognun ride di lui, e n’ha ragione ,
l’innamorato sempre è un gran beccone.
Io finisco col dirvi, amici cari
voi ch’inghiottite ancor bocconi sì amari,
di spicciarvi al più presto che possiate
delle donne che vosco strascinate .
Io già rider vi ho fatto, e rido adesso
delle donne, di voi, e di me stesso